Vince Carter, per sempre "Half Man Half Amazing"

Con la ripresa NBA che verrà ufficializzata stasera solo 22 squadre saranno presenti e tra queste non ci saranno gli Atlanta Hawks di Vince Carter.

Scritto da FMB  | 

Scott Cunningham / Getty Images

Con la ripresa NBA che verrà ufficializzata stasera solo 22 squadre saranno presenti e tra queste non ci saranno gli Atlanta Hawks di Vince Carter.

Il 5 giugno 2019 Vincredibile annuncia che sarà a blocchi di partenza per la stagione 2019/20, la sua 22^, ma anche che sarà l’ultima sempre con l’uniforme degli Hawks. I numeri e le statistiche passano in secondo piano quando una leggenda NBA percorre il suo “Farewell Tour”, così come lo fu l’anno scorso con Dirk Nowitzki e Dwyane Wade, l’unico momento che conta davvero è l’ultimo saluto, l’ultima standing ovation, quel momento in cui magari a partita già segnata “ci si mette d’accordo” negli ultimi attimi per fermare il gioco e regalare al mito di turno il giusto tributo, specie se davanti ai propri tifosi (cosa che sarebbe successa visto Atlanta avrebbe ospitato Cleveland all'ultima, ndr) e se si è stati un vero Highlander come Carter…Ma per Vinsanity tutto questo è sfumato per colpa dell’emergenza COVID-19.

11 MARZO

La famosa notte in cui scoppiò il caso Rudy Gobert allarmando e spingendo poi la Lega a chiudere i battenti, ma ad Atlanta si sta giocando con gli Hawks che affrontano in casa i New York Knicks. Si va ai tempi supplementari dove i Knicks mettono in cassaforte la partita avanti 128-136 a 12″ dalla fine quando, quei pochi tifosi rimasti consci del fatto che il rischio di non veder più una partita causa coronavirus diventasse realtà, invocano il rientro di Vince Carter per un ultimo tiro, un ultimo saluto sul campo…e questo avviene con il cugino di Tracy McGrady che entra, segna da 3 per la gioia dei davvero pochissimi rimasti alla State Farm Arena e se non ci fosse stato il risultato finale tutti avrebbero pensato che il referto rosa fosse degli Hawks per le feste dei giocatori.

UOMO GIUSTO, AL POSTO GIUSTO, MA IL MOMENTO...

La sfortuna di Carter è quella di essersi trovato al posto giusto ma al momento sbagliato, nel suoi anni d’esplosione doveva confrontarsi con future leggende e già al tempo icone come Kobe Bryant, Shaquille O’Neal, Kevin Garnett, Tim Duncan, pure il cugino T-Mac, nel suo anno ruggente con i Raptors (2000/01) trovò sulla sua strada i 76ers di Allen Iverson dando vita ad una sfida meravigliosa durata 7 gare ma che vide “The Answer” scamparla.

Vince è sempre stato nell’ombra di quelle stelle, malgrado una tecnica sopraffina e un vasto arsenale offensivo, i tifosi lo hanno sempre visto come l’uomo degli highlights della notte, l’uomo volante, “quello che schiaccia!”, ma Carter è stato molto di più di quello sia dentro che fuori dal campo.
Vi ricordate l’estate scorsa tutta la città di Toronto impazzire al Jurassic Park guardando i Raptors battere i Warriors ad Oakland in Gara6 portandosi a casa il 1° titolo della storia? Non ci sarebbero MAI stati i Raptors e quella fan base oggi rinomata nel mondo senza Vincredible.
Visto il periodo vi suggerisco di guardare il documentario “Carter Effect” (su Netflix) che spiega come Carter abbia trasformato una franchigia “barzelletta” in una delle più amate delle Lega e da un certo punto di vista quel mettere sulla mappa i Raptors è valso come un titolo per l’ex prodotto di North Carolina.

RECORD

Nella sua bacheca c’è il solo titolo d “Rookie Of The Year“, non avrà vinto MVP non ha mai partecipato alle NBA Finals ma il buon Vincredible lascia l’NBA con diversi Record figli del suo amore per il gioco che lo hanno spinto a giocare fino ai 43 anni:
• Primo giocatore di sempre a disputare 22 stagioni nella NBA (superati Kevin Garnett, Dirk Nowitzki, Robert Parish e Kevin Willis)
• Primo a giocare almeno una partita in quattro decadi diverse (fu scelto nel 1998)
• Quarto giocatore di sempre a giocare a 43 anni raggiungendo Robert Parish, Kevin Willis e Nate Hickey
• Terzo giocatore di sempre per partite giocate in NBA a quota 1.541 alle spalle solo di Kareem e Robert Parish
• 19° giocatore nella classifica marcatori All-Time con 25,728

 


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