NBA All-Time Trade (pt.1): gli scambi più importanti

Vediamo in due parti quali sono state le trade più significative della storia della Lega, da Earl “The Pearl” Monroe a Scottie Pippen.

Scritto da Doc. Abbati  | 

Vediamo in due parti quali sono state le trade più significative della storia della Lega, da Earl “The Pearl” Monroe a Scottie Pippen.

È iniziato il il periodo delle trade. Negli anni gli scambi hanno generato discussioni, sorprese, ed hanno modificato gli orizzonti delle varie franchigie, in meglio ed in peggio. Non parleremo, ovviamente, delle trade degli ultimi dieci anni, che sono conosciute praticamente da tutti. Siamo andati, come sempre nel caso dei miei articoli, a cercare quelle magari un pochino più datate ma discretamente eclatanti. Dividendola in due parti, la prima fino alla fine degli anni 80, la seconda fino alla metà di questo secolo, cercando, salvo che per un paio, di non sconfinare troppo nel passato remoto.

PARTE 1

1956: Red Auerbach vuole fortemente il centro di San Francisco University, Bill Russell. Per cui cede Ed Macauley e Cliff Hagan, entrambi All Star,  ai Saint Louis Hawks per la loro scelta #2, poi convince i Rochester Royals a scegliere con la #1 Sihugo Green, che avrà una carriera non eccelsa nella lega.

1965: I San Francisco Warriors cedono Wilt Chamberlain, che sta viaggiando a 39 pts. e 23.5 rim. di media, ai Philadelphia Sixers in cambio del trio Paul Neumann, Connie Dierking, 22 pts di media in due, e Lee Shafer, che non giocherà più nella lega, più soldi, 150.000 $. Il proprietario degli Warriors, Franklin Meuli, dirà che quella trade la fece perché odiava visceralmente Chamberlain.

1968: Ancora Wilt. Dopo tre anni ed un titolo, Chamberlain vuole tornare sul Pacifico, nello specifico a Los Angeles. Per cui Sixers e Lakers imbastiscono una trade per accontentarlo. In cambio dell’MVP in carica, prima volta nella storia della lega che un MVP viene ceduto alla fine della stagione, arrivano a Philadelphia, Darral Imhoff, Archie Clark e Jerry Chambers, diciamo non tre indimenticabili.

1970: Bob Cousy è l’head coach dei Rochester Royals e crede che la stella della squadra, Oscar Robertson, sia sul viale del tramonto. Per cui decide di cederlo ai Milwaukee Bucks in cambio di Flynn Robinson, attaccante che vincerà un titolo nel 1972 con i Lakers, e Charlie Paulk reduce da un anno trascorso in…..Vietnam. The Big O vincerà il titolo l’anno successivo ai Bucks in coppia con Lewis Alcindor, meglio noto come Kareem Abdul Jabbar.

1971: Earl “The Pearl” Monroe vuole andar via dai Baltimore Bullets, dopo lo sweep subito alle Finals dai Milwaukee Bucks. Decide di migrare verso la ABA, e si reca a Indianapolis per firmare con i Pacers. Solo che i Bullets non vogliono perderlo per niente, quindi si accordano con i Knicks e lo cedono a New York per Mike Riordan e Dave Stallworth, oltre a 100.000 $. L’agente di Monroe lo chiama e The Pearl diventerà pedina fondamentale nella vittoria del tiolo del 1973, oltre ad una leggenda di New York.

1972: Una delle trade più misteriose della storia NBA, su cui tanti si sono interrogati e nessuno ha mai trovato risposte. Gli Houston Rockets spediscono la loro superstar Elvin Hayes ai Baltimore Bullets in cambio di Jack Marin. Hayes ai Bullets, prima a Baltimore poi a Washington, diventerà una delle power forward più forti della storia della lega, vincendo il titolo nel 1975. Marin proseguirà la sua carriera di buon giocatore, ma lontano da Houston.

1975: I Milwaukee Bucks cedono, a sorpresa, la stella #1 della lega Kareem Abdul Jabbar, insieme a Walt Wesley, ai Los Angeles Lakers in cambio di Elmore Smith, Dave Winters, Junior Bridgeman e Dave Meyers. Dietro questa trade c’è la volontà di Jabbar di avvicinarsi ad una città multiculturale, ed il desiderio di riavvicinarsi alla famiglia spedita l’anno prima nella città degli angeli. E sicuramente anche le luci di Hollywood, come si vedrà in futuro.

1976: Una trade che determinerà il futuro della lega negli anni 80. I New Orleans Jazz prendono Gail Goodrich dai Lakers con una strana formula legata alle free agency di quell’epoca. In cambio i Lakers ricevono una serie di prime scelte che, grazie alle disgraziate stagioni dei Jazz, porteranno in maglia Lakers, Earvin “Magic” Johnson. E non solo. Sempre per quella trade, i Jazz rinunceranno a tenere la loro prima scelta del 1977, a nome Moses Malone. Goodrich giocherà meno di un anno in maglia Jazz rompendosi il tendine d’Achille.

1980: I Lakers spediscono a Cleveland, Don Ford, visto anche in Italia con la maglia di Torino, in cambio di Butch Heard  e della prima scelta dei Cavs del 1982. Che si concretizzerà con il nome di James Worthy.

1982: La nuova proprietà degli Houston Rockets ritiene che lo stipendio di 2.000.000 $ elargito dai vecchi proprietari della franchigia alla stella della squadra, Moses Malone, sia troppo elevato e crei problemi alle casse. Per cui decidono di spedire l’MVP in carica ai Philadelphia Sixers in cambio del veteranissimo Caldwell Jones, onesto lavoratore del parquet. Malone vincerà anello, sarà l’MVP della regular season e anche delle Finals.

1982: Notte del draft NBA. Con la #3 gli Utah Jazz scelgono uno dei talenti più esplosivi del College: Dominique Wilkins. Solo che il prodotto di Georgia University non ne vuol sapere di andare a Salt Lake City e si rifiuta di firmare con la franchigia dello Utah. A quel punto si presentano gli Hawks che offrono John Drew e Freeman Williams e la trade è cosa fatta. La carriera di Wilkins è nota, Drew sarà il primo giocatore bannato per abuso di cocaina dalla NBA e Williams si ritirerà due stagioni dopo.

1987: Anche in questo caso parliamo del draft. Con la #5 i Seattle Sonics scelgono Scottie Pippen. Ma non sono soddisfatti, vorrebbero un giocatore diverso. E lo individuano nel giocatore scelto alla #9 dai Chicago Bulls, Olden Polynice. Con un paio di seconde scelte la trade viene messa in piedi, e Pippen prende la strada di Windy City, per contribuire a creare la dinastia Bulls. 

Arrivederci alla seconda parte, sempre domani alle 17:00


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